Teatrandum si avvicina ad uno dei pilastri della storia del teatro italiano, ed anche europeo. Si avvicina infatti alle maschere, le maschere che ancor oggi affollano le sfilate di carnevale, le maschere che tutti conoscono, almeno per sentito dire, le maschere della Commedia dell’Arte. Lazzi e canovacci affollano la scena, intrecci ed intrighi prendono vita, sfortune ed astuzie si battono tra Arlecchino e Colombina, tra Brighella e Balanzone, seguendo la traccia lasciata dai grandi attori girovaghi nell’arco di mezzo millennio. O per lo meno proviamo, se non proprio a seguirle, almeno a camminargli accanto.

Arlecchino, il bergamasco servitore sempre affamato, sempre innamorato, sempre disponibile per qualsiasi incarico di qualsiasi tipo (purché alla fine si mangi), è il fulcro dell’azione, il cardine attorno il quale la vicenda si sviluppa: l’importante è che alla fine consegni la lettera ad egli affidatagli. Ce la farà??? L’astuzia arlecchinesca terrà testa agli imprevedibili giochi della fortuna e alle trame ordite dagli altri personaggi??? Questo è il gioco!